“ NON PAGO “ è una riflessione, che può diventare una indicazione e una
pratica di autodifesa nei confronti dell’aggravarsi della crisi, creata
ed utilizzata da finanza,banche e padroni per sviluppare ulteriori
vantaggi profittuali e istituzioni autoritarie.
“ NON PAGO “ è la messa in pratica della dichiarazione di intenti
conclamata fin dall’insorgere della crisi nel 2008 “ noi il debito non
lo paghiamo”.
Senza la determinazione applicativa, molecolare e collettiva di quel
imperativo, gli annunci “sul NO debito e/o sull’insolvenza” sono solo
una testimonianza verbale, incapace di nascondere la soccombenza di
fronte all’impennarsi della crisi e dell’impoverimento dei lavoratori ,
dei ceti popolari , dei giovani.
Le stime capitalistiche indicano ancora anni di recessione ed è
improprio che il governo Monti annunci l’uscita dalla crisi , quando il
debito sovrano è oltre i 1800 MLD di euro e le decisioni per il suo
dimezzamento concordate in sede UE/BCE, oltre al rientro nel “patto di
stabilità”, prevedono manovre da 50MLD/anno !
Intanto l’inflazione è oltre il 4,5% , stante l’impennata dei prezzi
dell’energia ( la benzina oltre i
2 euro/litro) e delle materie prime. Ciò fa scattare l’aumento
generalizzato dei beni di prima necessità , con la correlata riduzione
del risparmio familiare (e il moltiplicarsi dell’indebitamento) da
sempre l’autentico “ ammortizzatore sociale”, che peraltro limita il
diffondersi dell’insorgenza sociale.
L’Istat nel 2010 da la seguente fotografia dell’Italia.
¼ degli italiani è alla soglia della povertà e/o dell’esclusione
sociale; di questi il 20% è a rischio di povertà assoluta e il 7% vive
con gravi privazioni materiali; i più esposti sono i giovani tra 18-35
anni , di cui il 20% usufruisce dei servizi Caritas.
In generale, il 20% degli italiani “ fatica ad arrivare a fine mese”;
il 15% ha smesso di riscaldare l’alloggio ; il 15% è in arretrato con il
pagamento del mutuo e dell’affitto ; il 10% è in arretrato con il
pagamento delle bollette.
In merito al lavoro, in 4 anni (2008-2011) è stato perso 1 milione di
posti di lavoro ed altri 300.000 rischiano di aggiungersi( si sono in
corso 200 tavoli-vertenze) ; la disoccupazione ufficiale supera il 9 %
, pari a 2.300.000 persone; dal 2008 , l’80% delle assunzioni sono state
a tempo determinato o con contratti atipici ; il 35% dei giovani dai 18
ai 35 anni è senza lavoro, 1/3 di costoro ha smesso di cercare lavoro.
500.000 lavoratori sono attualmente in Cassa Integrazione. La spesa per
gli ammortizzatori sociali (CIG,mobilità,disoccupazione) è passata dagli
10,5 MLD del 2008 ai 20,5MLD del 2010 , in 3 anni di crisi , sono stati
spesi circa 50 MLD; l’assegno medio mensile e di circa 780 euro.
Il 75 % delle pensioni sono sotto i 1000euro;quella sociale è di
500euro, di invalidità 290 euro !
L’aumento dell’Iva al 23%(dal 21%) a decorrere dal 1° ottobre2012, non
farà che aggravare la situazione,attraverso l’aumento dei prezzi e il
conseguente riduzione dei consumi : a pagare sono sempre gli stessi,
lavoratori e pensionati, in assenza di patrimoniale e tagli della politica.
A fronte di questo disastro sociale che va estendendosi, diventa
improrogabile assicurarsi il “minimo vitale , agendo in stato di
necessità”.
Prima che sia troppo tardi. Quando la depressione da disoccupazione,
sfratto,tasse,esclusione sociale, prenda il sopravento e spinga a gesti
autolesionisti , come accaduto di recente a Bari a 2 coniugi
ultrasessantenni che si sono suicidati , lasciando questo biglietto “
vivere senza lavoro-reddito , specie se sei in età avanzata , è peggio
che avere un cancro : questa malattia ti conserva dignità ed affetti, la
disoccupazione oltre a spingerti a rinunciare alla vita , ti fa perdere
dignità,affetti,amici”.
L’antidoto alla disperazione è la riappropriazione sociale, ovvero la
soddisfazione dei bisogni elementari attraverso l’agire collettivo,
tendente alla redistribuzione della ricchezza sociale prodotta.
Abbiamo mille ragioni da vantare , a fronte di 200 MLD di evasione
fiscale, di 50MLD di pensioni d’oro, di 20MLD di costi della politica,
di decine di MLD dati alle banche a tassi irrisori, così che possono
continuare a ingigantire la crisi speculando sul danaro e imponendoci
tassi usurai .
Anziché soccombere , poniamo in essere la “ vertenza generalizzata per
il minimo vitale”, a partire dalla messa in pratica del “ diritto a non
pagare” i bisogni elementari nella attuale condizione di crisi
inconfutabile.
Negli anni ‘70-’80 le autoriduzioni degli affitti ,delle bollette, dei
trasporti, dei ticket, mentre portavano un sollievo immediato alla
penuria di reddito , riuscirono a conquistare il principio
redistributivo della ricchezza per tutti attraverso la “ tariffazione
sociale” , introducendo il meccanismo delle “ fasce sociali” per
bollette-trasporti-ticket e l’equo canone per gli affitti.
Oggi ,in una condizione esasperata dalla crisi sistemica, l’autodifesa
del “ non pagare per sopravvivere” non esclude, anzi premette, il nuovo
capitolo dell’equità sociale.
E’ contro natura togliersi il pane di bocca e/o vietarsi di curarsi a
causa della difficoltà di reddito.
A fronte dell’impoverimento generalizzato,di nuovi ceti indigenti, di
svariati altri anni di miseria , si impone stringente la necessità di
non soccombere , socializzando la crisi esistenziale.
Con il significato umanitario del diritto all’esistenza, con il senso di
responsabilità di avere il dovuto per campare , nella legittimità
iscritta nella Carta Costituzionale, va sostenuto il principio assoluto
del “ diritto alla vita “ sopra qualsiasi “ diritto
privato,commerciale,amministrativo”.
Chiarendo che la permanenza contingente della crisi, ci vedrà costretti
a differire il pagamento di beni-servizi , cessando la quale sarà
possibile ripristinare il dovuto.
“ Si agirà in stato di necessità” , così come prevede la legge , che non
condanna assolvendo coloro che di fronte a pericoli di vario genere ,
hanno messo in atto comportamenti straordinari “ agendo in stato di
necessità”(F.De Andrè”oggi sappiamo che è un delitto il non rubare
quando si ha fame”)
In via preventiva andranno comunicati i presupposti e le finalità del “
non pago” agli erogatori di beni e servizi, cercando un colloquio teso
a far comprenderne gli scopi e a concordare la dilazione e/o la
riduzione dei pagamenti stante la crisi.
In ogni caso andrà autogestito e praticato il bisogno a seconda delle
necessità e dell’opportunità. avendo garantiti la rete degli sportelli
sociali e legali messi a disposizione dal sindacalismo di base,
dall’associazionismo mutuale e ambientale e da altri ancora.
Rientrano in questa emergenza tesa al recupero del reddito in questa
situazione eccezionale di larga-lunga disoccupazione, di licenziamenti,
CIG,lavori precari,sfratti e sanzioni pecuniarie :
1) il diritto all’abitare : sia attraverso la dilazione del pagamento
dei mutui ; sia con la riduzione-dilazione degli affitti e/o la denuncia
dei “ contratti in nero” ; sia tramite l’occupazione di case sfitte, di
manufatti e spazi liberi anche per l’autorecupero;
2) le bollette acqua-gas-luce : sono servizi inderogabili, alla persona
,vanno garantiti ! l’ eventuale distacco per morosità, nella crisi, può
essere deciso solo dal giudice ; per l’acqua è in corso la campagna “
obbedienza civile” , con l’autoriduzione della quota”enumerazione
capitale” abrogata dal referendum;
3)i ticket sanitari : in via preventiva vanno assicurati dal personale
sanitario visite e prestazioni, e solo successivamente può essere
sviluppato il contenzioso amministrativo sul mancato-ridotto-differito
pagamento del ticket ;
4) le mense scolastiche e gli asili nido : la refezione è un servizio
connaturato al diritto allo studio , che con si può negare in caso di
morosità giustificata; idem per gli asili nido ;
5)la tassa sui rifiuti : va ridotta-differita tenuto conto del non
adeguamento dei Comuni alla Legge, che prevede entro il 31/12/2012 la “
raccolta differenziata al 60%; della sentenza C.Costituzionale(2010) che
dispone il non pagamento della tassa in caso di mancanza o mal
funzionamento dei depuratori;del dovuto rimborso dell’IVA ( 10% x 10
anni retroattivi) stabilito dalla C.Cassazione(2011) “ essendo la Tarsu
tassa e non tariffa”;
6) i prezzi dei generi di prima necessità : l’azione collettiva è in
grado di imporre ai supermercati “ un paniere di generi scontati del 50%
nel mese e pagamenti dilazionati”; nella crisi va sviluppato il rapporto
diretto con i contadini ,sia attraverso i GAS che coi mercatini sociali(
vedi “ Terra-Terra”);
7) i trasporti urbani : vanno respinti gli aumenti ( fin oltre il 50%)
in quanto sono finalizzati a coprire le gestioni clientelari e la
mancata “ cura del ferro,delle corsie preferenziali e ciclabili”;
8) le multe e le gabelle di ogni tipo: va messo sotto accusa l’Erario,
che attraverso Equitalia , si comporta come un aguzzino vessatore e
impunito nei confronti del cittadino indifeso ; in ogni caso, dilazione
e differimento fino all’esaurirsi della crisi;
9) il permesso di soggiorno per i migranti : l’aumento stabilito dal
governo Monti , che porta a 80-100 euro il costo , è una vera e propria
“ tassa razzista” , che va denunciata in ogni sede e rifiutata con il
contenzioso sociale e legale;
10) “il reddito sociale diretto e indiretto” : manca in Italia, vige
nell’Europa dei 15, la sua introduzione è tanto più comprensibile ora ,
dove in qualche misura avrebbe contribuito ad attenuare l’impatto
drammatico della crisi.
Confederazione Cobas
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