giovedì 15 marzo 2012

“ N O N P A G O “. NELLA CRISI AUMENTA LA DISUGUAGLIANZA, DIMINUISCE LA DEMOCRAZIA

“ NON  PAGO “ è una riflessione, che può diventare una indicazione e una pratica di autodifesa nei confronti dell’aggravarsi della crisi, creata ed utilizzata da finanza,banche e padroni per sviluppare ulteriori vantaggi profittuali e istituzioni autoritarie.

“ NON  PAGO “ è la messa in pratica della dichiarazione di intenti conclamata fin dall’insorgere della crisi nel 2008 “ noi  il debito non lo paghiamo”.
Senza la determinazione applicativa, molecolare e collettiva di quel imperativo, gli annunci “sul NO debito e/o sull’insolvenza” sono solo una testimonianza verbale,  incapace di nascondere la soccombenza di fronte all’impennarsi della crisi e dell’impoverimento dei lavoratori , dei ceti popolari , dei giovani.

Le stime capitalistiche indicano ancora  anni di recessione ed è improprio che il governo Monti  annunci l’uscita dalla crisi , quando il debito sovrano è oltre i 1800 MLD di euro   e le decisioni per il suo dimezzamento concordate in sede UE/BCE, oltre al rientro nel “patto di stabilità”, prevedono manovre da 50MLD/anno !
Intanto l’inflazione è oltre il 4,5% , stante l’impennata dei prezzi dell’energia ( la benzina oltre i
2 euro/litro) e delle materie prime. Ciò fa scattare l’aumento generalizzato dei beni di prima necessità , con la correlata riduzione del risparmio familiare (e il moltiplicarsi dell’indebitamento) da sempre l’autentico “ ammortizzatore sociale”, che peraltro limita il diffondersi dell’insorgenza sociale.
L’Istat nel 2010 da la seguente fotografia dell’Italia.
¼ degli italiani è alla soglia della povertà e/o dell’esclusione sociale; di questi il 20% è a rischio di povertà assoluta e il 7% vive con gravi privazioni materiali; i più esposti sono i giovani tra  18-35 anni , di cui il 20% usufruisce dei servizi Caritas.
In generale, il 20% degli italiani “ fatica ad arrivare a fine mese”;  il 15% ha smesso di riscaldare l’alloggio ; il 15% è in arretrato con il pagamento del mutuo e dell’affitto ; il 10%  è in arretrato con il pagamento delle bollette.
In merito al lavoro, in 4 anni (2008-2011) è stato perso 1 milione di posti di lavoro ed altri 300.000 rischiano di aggiungersi( si sono in corso 200 tavoli-vertenze) ; la  disoccupazione ufficiale supera il 9 % , pari a 2.300.000 persone; dal 2008 , l’80% delle assunzioni sono state a tempo determinato o con contratti atipici ; il 35% dei giovani dai 18 ai 35 anni è senza lavoro, 1/3 di costoro ha smesso di cercare lavoro.
500.000 lavoratori sono attualmente in Cassa Integrazione. La spesa per gli ammortizzatori sociali (CIG,mobilità,disoccupazione) è passata dagli 10,5 MLD del 2008 ai 20,5MLD del 2010 , in 3 anni di crisi , sono stati spesi circa 50 MLD; l’assegno medio mensile e di circa 780 euro.
Il 75 % delle pensioni sono sotto i 1000euro;quella sociale è di 500euro, di invalidità  290 euro !
L’aumento dell’Iva al 23%(dal 21%) a decorrere dal 1° ottobre2012, non farà che aggravare la situazione,attraverso l’aumento dei prezzi e il conseguente riduzione dei consumi : a pagare sono sempre gli stessi, lavoratori e pensionati, in assenza di patrimoniale e tagli della politica.

A fronte di questo disastro sociale che va estendendosi, diventa improrogabile assicurarsi il  “minimo vitale , agendo in stato di necessità”.
Prima che sia troppo tardi. Quando la depressione da disoccupazione, sfratto,tasse,esclusione sociale, prenda il sopravento e spinga a gesti autolesionisti , come accaduto di recente a Bari a 2 coniugi ultrasessantenni che si sono suicidati , lasciando questo biglietto “ vivere senza lavoro-reddito , specie se sei in età avanzata , è peggio che avere un cancro : questa malattia ti conserva dignità ed affetti, la disoccupazione oltre a spingerti a rinunciare alla vita , ti fa perdere dignità,affetti,amici”.
L’antidoto alla disperazione è la riappropriazione sociale, ovvero la soddisfazione dei bisogni elementari attraverso l’agire collettivo, tendente alla redistribuzione della ricchezza sociale prodotta.
Abbiamo mille ragioni da vantare , a fronte di 200 MLD di evasione fiscale, di 50MLD di pensioni d’oro, di 20MLD di costi della politica, di decine di MLD dati alle banche a tassi irrisori, così che possono continuare a ingigantire la crisi speculando sul danaro e imponendoci tassi usurai .
Anziché soccombere , poniamo in essere la “ vertenza generalizzata per il minimo vitale”, a partire dalla messa in pratica del “ diritto a non pagare” i bisogni elementari nella  attuale condizione di crisi  inconfutabile.

Negli anni ‘70-’80 le autoriduzioni degli affitti ,delle bollette, dei trasporti, dei ticket,  mentre portavano un sollievo immediato alla penuria di reddito , riuscirono a conquistare il principio redistributivo della ricchezza per tutti attraverso la “ tariffazione sociale” , introducendo il meccanismo delle “ fasce sociali” per bollette-trasporti-ticket e l’equo canone per gli affitti.
Oggi ,in una condizione esasperata dalla crisi sistemica, l’autodifesa del “ non pagare per sopravvivere” non esclude, anzi premette, il nuovo capitolo dell’equità sociale.

E’ contro natura togliersi il pane di bocca e/o vietarsi di curarsi a causa della difficoltà di reddito.
A fronte dell’impoverimento generalizzato,di nuovi ceti indigenti, di svariati altri anni di miseria , si impone stringente la necessità di non soccombere , socializzando la crisi esistenziale.
Con il significato umanitario del diritto all’esistenza, con il senso di responsabilità di avere il dovuto per campare , nella legittimità iscritta nella Carta Costituzionale, va sostenuto il principio assoluto del “ diritto alla vita “ sopra qualsiasi “ diritto privato,commerciale,amministrativo”.
Chiarendo che la permanenza contingente della crisi, ci vedrà costretti a differire il pagamento di beni-servizi , cessando la quale sarà possibile  ripristinare il dovuto.

“ Si agirà in stato di necessità” , così come prevede la legge , che non condanna assolvendo coloro che di fronte a pericoli di vario genere , hanno messo in atto comportamenti straordinari “ agendo in stato di necessità”(F.De Andrè”oggi sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame”)
In via preventiva andranno comunicati i presupposti e le finalità del “ non pago”  agli erogatori di beni e servizi, cercando un colloquio teso a far comprenderne gli scopi e a concordare la dilazione e/o la riduzione dei pagamenti  stante la crisi.
In ogni caso andrà autogestito e  praticato il bisogno a seconda delle necessità e dell’opportunità. avendo garantiti la rete degli sportelli sociali e legali messi a disposizione dal sindacalismo di base, dall’associazionismo mutuale e ambientale e da altri ancora.

Rientrano in questa emergenza tesa al recupero del reddito in questa situazione eccezionale di larga-lunga disoccupazione, di licenziamenti, CIG,lavori precari,sfratti e sanzioni pecuniarie :
1) il diritto all’abitare : sia attraverso la dilazione del pagamento dei mutui ; sia con la riduzione-dilazione degli affitti e/o la denuncia dei “ contratti in nero” ; sia tramite l’occupazione di case sfitte, di manufatti e spazi liberi anche per l’autorecupero;
2) le bollette acqua-gas-luce : sono servizi inderogabili, alla persona ,vanno garantiti ! l’ eventuale distacco per morosità, nella crisi, può essere deciso solo dal giudice ; per l’acqua è in corso la campagna “ obbedienza civile” , con l’autoriduzione della quota”enumerazione capitale” abrogata dal referendum;
3)i ticket sanitari : in via preventiva vanno  assicurati dal personale sanitario visite e prestazioni, e solo successivamente può essere sviluppato il contenzioso amministrativo sul mancato-ridotto-differito pagamento del ticket ;
4) le mense scolastiche e gli asili nido : la refezione  è un servizio connaturato al diritto allo studio , che con si può negare in caso di morosità giustificata; idem per gli asili nido ;
5)la tassa sui rifiuti : va ridotta-differita tenuto conto del non adeguamento dei Comuni alla Legge, che prevede entro il 31/12/2012 la “ raccolta differenziata al 60%; della sentenza C.Costituzionale(2010) che dispone il non pagamento della tassa in caso di mancanza o mal funzionamento dei depuratori;del dovuto rimborso dell’IVA ( 10% x 10 anni retroattivi) stabilito dalla C.Cassazione(2011) “ essendo la Tarsu tassa e non tariffa”;
6) i prezzi dei generi di prima necessità : l’azione collettiva è in grado di imporre ai supermercati “ un paniere di generi scontati del 50% nel mese e pagamenti dilazionati”; nella crisi va sviluppato il rapporto diretto con i contadini ,sia attraverso i GAS che coi mercatini sociali( vedi “ Terra-Terra”);
7) i trasporti urbani : vanno respinti gli aumenti ( fin oltre il 50%)  in quanto sono finalizzati a coprire le gestioni clientelari e la mancata “ cura del ferro,delle corsie preferenziali e ciclabili”;
8) le multe e le gabelle di ogni tipo:  va messo sotto accusa l’Erario, che attraverso Equitalia , si comporta come un aguzzino vessatore  e impunito nei confronti del cittadino indifeso ; in ogni caso, dilazione e differimento fino all’esaurirsi della crisi;
9) il permesso di soggiorno per i migranti : l’aumento stabilito dal governo Monti , che porta a 80-100 euro il costo , è una vera e propria “ tassa razzista” , che va denunciata in ogni sede e rifiutata con il contenzioso sociale e legale;
10) “il reddito sociale diretto e indiretto” : manca in Italia, vige nell’Europa dei 15, la sua introduzione è tanto più comprensibile ora , dove in qualche misura avrebbe contribuito ad attenuare l’impatto drammatico della crisi.
Confederazione Cobas

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