Il comitato per l'acqua pubblica Empolese-Valdelsa esprime
la propria contrarietà rispetto alle modalità di convocazione del
presente consiglio comunale che vede negare il diritto di parola a
Movimenti, Associazioni e società civile di questo territorio. Siamo
espressione di quel 71% di cittadini/e che nell'Empolese Valdelsa è
andato a votare per i referendum indicando chiaramente che
sull'acqua non si devono fare profitti, una maggioranza più ampia di
qualsiasi amministrazione del territorio e che ora vi invita a
prendere finalmente atto di quel risultato. Negli anni recenti del
Berlusconismo, gran parte di voi si sono aggrappati alla difesa dei
diritti costituzionali, oggi siamo qui a ricordarvi l'attuazione
concreta di tali principi. La Corte costituzionale prima e , il
Decreto Presidenziale del luglio 2011 successivamente, hanno sancito
la legittimità dell’esito referendario e chiesto testualmente: “E'
fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare”.
Vogliamo ricordarvi che che lo stesso Ministro dell'Ambiente Clini
ha emanato alcune settimane fa una circolare in cui riconosce che,
anche senza una nuova normativa nazionale, le tariffe vanno adeguate
all'esito referendario. Non c'è quindi alcuna necessità di attendere
alcunché, né siamo più disponibili ad accettare le vostre
pretestuose argomentazioni e l'umiliazione di principi e norme
costituzionali. Siamo consapevoli che questa battaglia di democrazia
dal basso a difesa dei beni comuni mina in profondità la vostra idea
di democrazia rappresentativa, sempre più lontana da ogni forma di
controllo democratico e talmente degradata da non essere nemmeno più
in grado di garantire livelli di diritti minimi per tutti. Questa
battaglia arriva in un momento in cui la questione Beni Comuni si
trova schiacciata da un lato da un governo di banchieri che finge
l'inesistenza di questo referendum e dall'altro dalla cosiddetta
troika (BCE-FMI-UE) che detta un'agenda politica volta a
privatizzare sempre più pesantemente. L'attacco ai beni comuni è
parte integrante di questa agenda e della gestione della crisi del
debito che spoglia gradualmente ceti medi e classi popolari di ogni
sorta di protezione sociale pubblica. Così come dobbiamo alla stessa
troika la richiesta di modifiche all'art.18 e ciò che ancora rimane
dei residui diritti al lavoro. Siamo fermamente convinti che la
scelta suicida di queste politiche di austerità finirà con il
produrre ancora recessione e quindi ulteriori manovre di
aggiustamento, con la conseguenza di nuovi sacrifici e di un
ulteriore svendita di beni pubblici: dall'acqua, alle coste, al
territorio demaniale. Le manovre diventano così il problema, non la
soluzione. Di fronte ad un paese che si trasforma sempre più nel
laboratorio ideale di queste nuove forma di dominazione sociale,
espropriando reddito, diritti, beni comuni e democrazia, NOI
vogliamo essere l'argine e intanto cominciamo attraverso la
battaglia sull'acqua prenderci parte di ciò che ci viene sottratto.
A Marsiglia, nella culla delle multinazionali dell’acqua abbiamo
scritto la Carta Europea dei movimenti per l’acqua attorno a quattro
principi chiave, spingendo persino una parte delle delegazioni al
forum ufficiale ad unirsi al nostro Forum alternativo. Abbiamo messo
al primo posto il riconoscimento che l'acqua non è una merce ma un
diritto universale ed un bene comune, rivendicando una gestione
partecipata senza l'intrusione dei privati. Abbiamo posto le basi
per un movimento europeo che detti le proprie condizioni all'UE,
consapevoli che questo percorso non sarà breve ma ineluttabile e
necessario.
Comitato per l'acqua pubblica Empolese-Valdelsa
Nessun commento:
Posta un commento