lunedì 21 marzo 2011

Ancora una guerra "umanitaria" per il petrolio - NO ALL'AGGRESSIONE MILITARE DELLA LIBIA - NO ALL'ITALIA IN GUERRA

Comunicato-stampa
Ancora una volta gli Stati Uniti e i loro principali alleati -con in primissima fila Francia e G.Bretagna, seguite a ruota da Italia e Canada - osano utilizzare il pretesto della guerra “umanitaria” per giustificare la volontà di appropriarsi delle ricchezze naturali altrui.
Non abbiamo dubbi sulla natura reazionaria e dispotica del regime libico, come su quella della quasi totalità dei paesi del Maghreb e del Mashrek (Medio Oriente), scossi da potenti e coraggiosi movimenti popolari che dalla Tunisia all’Egitto, dal Bahrein allo Yemen reclamano democrazia politica e diritti sociali e civili per tutti/e, anche laddove questi movimenti, come in Libia, si intrecciano con antiche rivendicazioni a carattere etnico o territoriale.
Ma tutto ciò non ha nulla a che fare con l’aggressione che cinque paesi occidentali hanno scatenato, con la copertura dell’ONU, contro un paese sovrano, seppur guidato da un regime intollerabile.
Le stesse potenze che fino a ieri hanno armato Gheddafi, stipulando con il suo governo accordi commerciali ed economici e usandolo come cane da guardia contro i migranti, oggi bombardano la Libia per garantirsi la gestione economica del petrolio e il controllo di una zona rivoluzionata dai movimenti popolari. Durante la violenta repressione in Egitto e in Tunisia, esse, che ora scoprono la difesa dei diritti umani in Libia, non hanno mosso un dito per fermare i carnefici agli ordini di Mubarak e di Ben Ali: e in questi stessi giorni la tremenda aggressione contro i movimenti di rivolta del Bahrein e dello Yemen, condotta dal repellente regime dell’Arabia Saudita (il più oscurantista e dittatoriale, ma il più intoccato perchè baluardo del potere Usa) che nel contempo finge di schierarsi a favore della democrazia in Libia, è stata ignorata dai governi che ora attaccano la Libia.
Il governo Berlusconi, con ignobile sostegno bipartisan e la benedizione di Napolitano (ancora una volta il PD è all’avanguardia delle aggressioni militari, dopo quelle alla Jugoslavia, all’Afghanistan e all’Iraq) e con l’ennesima violazione dell’art.11 della Costituzione, che impegna l’Italia a “ripudiare la guerra”, ha messo a disposizione basi militari e armamenti, dopo che per anni il nostro Paese ha stipulato patti d’amicizia con Gheddafi, affidandogli il “contenimento” violento dei migranti nonchè azioni e capitali delle principali aziende italiane, in primis l’ENI petrolifera.
Particolarmente nauseante questa aggressione, poiché avviene nei confronti di un paese che dall’Italia, proprio cento anni fa, ha subito una invasione e una annessione militare condita di orrendi crimini di guerra. E pur essendo a fianco della lotta contro il regime dispotico e reazionario di Gheddafi, come a quelle di tutti gli altri popoli del Maghreb e Mashrek, non è certo con una occupazione militare del neo-colonialismo europeo e Usa che tale lotta potrà vincere.
Mobilitiamoci subito per:
FERMARE L’AGGRESSIONE MILITARE
IMPEDIRE L’INTERVENTO BELLICO ITALIANO
SOSTENERE LA LIBERAZIONE DEI POPOLI DEL MAGHREB E DEL MASHREK CONTRO
I REGIMI REAZIONARI

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