domenica 13 marzo 2011

COMMERCIO: UN ACCORDO DA RESPINGERE!

Cisl e Uil non si smentiscono:
dopo aver svenduto a prezzi stracciati il lavoro in Fiat,
ora fanno la stessa cosa nel commercio

Lo scorso 26 febbraio, Cisl e Uil hanno firmato con la Confcommercio una porcata di accordo, sia sotto l’aspetto retributivo che sotto quello normativo.
La Cgil non l’ha sottoscritto. Non vorremmo assistere, però, a qualche suo pessimo ripensamento.
Come accadde nel 2009, quando, dopo aver deciso di non firmare un accordaccio, sottoscrisse dopo un’intesa che ne recepiva tutti i contenuti (domeniche lavorative obbligatorie, possibilità di lavorare per 12 giorni consecutivi senza il riposo settimanale, allungamento dell’orario per gli apprendisti, introduzione di turni sfavorevoli attraverso il cosiddetto orario plurisettimanale).
Con questo contratto, che avrà la durata di 3 anni, gli “aumenti” salariali saranno, per il 4° livello, di 86 euro lordi (55 netti!) e a rate (6 rate!): una vera elemosina, che sarà ancora più schifosa per i livelli più bassi.
E pensare che questa vergogna viene spacciata per una conquista tale da giustificare la concessione ai padroni di contropartite! Come:
divieto di sottoscrizione di accordi aziendali migliorativi, anzi PEGGIORAMENTO in AZIENDA di parti stabilite dal contratto nazionale, dando così mano libera ai padroni sull’organizzazione del lavoro, per intensificare i ritmi e i carichi di lavoro, aumentare le ore di straordinario obbligatorio, rendere i turni più flessibili con aumento delle ore settimanali;
RIDUZIONE DEL SALARIO NEI PERIODI DI MALATTIA: ogni anno, i primi 3 giorni di malattia saranno pagati al 100% solo con i primi 2 certificati, al 3° e al 4° certificato l’azienda pagherà solo il 50%, mentre dal 5° certificato in poi, per le malattie di durata inferiore ai 12 giorni, ci sarà zero retribuzione per tutti i primi 3 giorni;
applicazione della recente legge detta “COLLEGATO LAVORO”, con cui sarà consentito alle aziende di ricattare ogni lavoratore, per imporgli di rinunciare a fare ricorso al giudice del lavoro nel caso in cui si verifichino controversie individuali riguardanti il rapporto lavorativo;
MENO DIRITTI: per esempio, i nuovi assunti, per avere diritto a usufruire delle 56 ore annue (più le altre 16 per le aziende con più di 15 dipendenti) di permesso retribuito, occorrerà che abbiano 4 anni di anzianità di servizio; chi avrà un’anzianità superiore a 2 anni, ma inferiore a 4, avrà diritto a usufruirne solo per la metà; chi avrà un’anzianità inferiore a 2 anni avrà diritto ad attaccarsi al tram, cioè a “usufruirne” per zero ore!
e poi ALTRE PERLE, come: l’aumento dei periodi di prova per tenere sotto controllo più a lungo i lavoratori e garantire ai padroni che quelli da confermare siano davvero dei “signorsì”; l’aumento del lavoro domenicale obbligatorio fino al 30% in più delle domeniche autorizzate a livello locale; il rigonfiamento del part-time di 8 ore per i sabati e le domeniche; il divieto di sciopero durante le trattative per il rinnovo dei contratti (perché i contratti siano sempre più delle schifezze!).
Ma, forse, è l’ora di smettere di illustrare la vergogna di questo contratto siglato da Cisl e Uil, organizzazioni che, senza nemmeno vergognarsi di chiamarsi ancora “sindacati”, svolgono la funzione di dire sempre SÌ alle più infami pretese del padronato, arrivando al punto di rinnovare contratti non per migliorare la condizione dei lavoratori, ma per regalare di tutto ai padroni. Insomma, è arrivata l’ora di smettere di lamentarsi, per passare a organizzare la bocciatura totale e massiccia di questo contratto forcaiolo e per prendere l’iniziativa di lotta, con cui conquistare un contratto all’altezza dei nostri bisogni sul salario, sulla stabilizzazione dei lavoratori precari, sui diritti, sulla riaffermazione della dignità di chi lavora: un programma da sbattere in faccia a chi sfrutta con ferocia il nostro lavoro e a chi gli si è asservito.
COBAS Lavoro Privato

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