venerdì 9 dicembre 2011

“La valle è nelle nostre mani” ORA E SEMPRE NOTAV


Anche questa giornata dell’8 dicembre passerà nella memoria leggendaria della Val di Susa, nel ricordo del dicembre di riconquista di Venaus 2005. Due cortei, partiti da Giaglione e Chiomonte, inerpicatisi attraverso il bosco della Ramats e poi scesi sul torrente della Clarea, accerchiano il cantiere e tagliano pezzi della recinzione in fil di ferro. Un altro corteo di altri mille valligiani parte da Susa e in protesta contro la Sitaf blocca l'autostrada in entrambe le direzioni, mentre da un palco barricadero si canta “bella ciao” e si distribuisce minestra calda.

Da che parte è la violenza ?!! Intossicazione di gas chimici proibiti, il fumo era tale che neppure gli alberi erano visibili. Centinaia di candelotti lanciati a altezza d’uomo: un ragazzo ferito gravemente alla testa, è stato portato via su una barella improvvisata fino all’arrivo dell’autombulanza che i poliziotti hanno tentato di impedire; un altro ferito all’occhio e uno alla mano. I lacrimogeni hanno provocato incendi nei boschi che i valligiani si sono buttati subito a spegnere. Ed ancora rischi seri di polmonite a causa degli abiti ghiacciati dagli idranti. Da parte dei valligiani solo scudi di plastica, per difendersi dagli idranti e caschi per proteggere la testa dai candelotti e da sassi lanciati dagli stessi poliziotti. La violenza vera è la devastazione che le istituzioni e i loro complici stanno perpetrando sulla Valle, sulla sua economia e sulla salute della popolazione.

ED ORA, A FRONTE DELLA “ MANOVRA “ GOVERNATIVA

LA LOTTA DELLA VALLE ASSUME UN VALORE GENERALE

La resistenza della Val Susa contro lo spreco di miliardi pubblici della Tav si identifica ora con la lotta a quella macelleria sociale e rapina economica che fa pagare la crisi, provocata dall’Europa dei banchieri e delle speculazioni padronali, alle famiglie italiane già classificate dagli indici europei sulla “soglia della povertà “, ai giovani precari, ai disoccupati, ai ceti medi.

La denuncia della Val di Susa del comitato trasversale degli affari, potentati economici e partitici in odore di mafia, diventa il simbolo della protesta contro la corruzione dell’amministrazione pubblica

La rivolta della Val di Susa contro gli invasori che hanno militarizzato il territorio con un feroce e assurdo spreco di denaro pubblico è la stessa contro l’assurdità morale ed economica delle spese militari che aggrediscono intere popolazioni per rapinare le loro risorse.
Torino 8 dicembre 20010

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