Taranto 2 agosto,sciopero Ilva
Sull'importante giornata di lortta del 2 agosto a Taranto, di seguito il puntuale report della Confederazione Cobas di Taranto
Prima di passare al report sulla giornata odierna è opportuno un
piccolo riassunto di come ci si è arrivati. Nei giorni immediatamente
successivi alla sentenza di chiusura di alcuni reparti fondamentali
(aria a caldo, cokeria, parchi minerali, etc.)nei mass-media è venuta
fuori (volutamente) una Taranto e operai Ilva in totale linea
filo-padronale. Il che è in parte vero, in quanto decenni di linea
sindacale cgil-cisl-uil e di scelte politiche in totale assoggettamento
verso Riva ed al suo completo soldo hanno posto i lavoratori e parte
della città in condizione di continua ricattabilità. Ciò in uno
stabilimento lager da un punto anche di una parvenza minima di
democrazia sindacale o rispetto minimo delle leggi ( non solo quelle
relative al’inquinamento). Migliaia di infortuni mai denunciati,
chiunque provava ad alzare la voce veniva immediatamente mobbizzato, o
licenziato, o messo in cassa impunemente. E i primi “sbirri”
autocandidatisi a far rispettare i diktat di Riva sono stati (e sono)
fim fiom e uilm. In particolare la uilm ( che è il sindacato
maggioritario) che ha instaurato un sistema mafioso-clientelare
inimmaginabile. Non a caso l’attuale segretario nazionale della uilm
(Palombella) ha avuto questo “premio” grazie al totale asservimento alle
politiche padronali (in particolare ovviamente in Ilva) quando era
segretario uilm di Taranto.
In questo sistema di paura, ricatti,
manipolazione, galoppini, capi e caspetti mobilitati a difendere Riva ed
il,suo gruppo dirigente si sviluppa quanto accaduto in questo ultimo
periodo. Già alcuni giorni prima della decisione della giudice, c’erano
stati scioperi (gratuiti, ovvero a carico dell’azienda!) e
manifestazioni “spintanee” per le quali l’azienda metteva a disposizione
dei lavoratori (e guai a chi non usciva!) i pullmans per recarsi in
città. Il botto c’è stato ovviamente con la decisione della giudice in
quanto, sempre con tutto (giornate lavorative e pullmans) a carico
dell’azienda, giovedì e venerdì scorsi Taranto è stato totalmente
isolata e si è proclamato lo sciopero e manifestazione per oggi con la
presenza (addirittura) di camusso, bonanni ed angeletti. In quei momenti
è venuta fuori mediaticamente (media anch’essi ampiamente al soldo di
Riva) l’immagine di una Taranto e di lavoratori che difendevano a spada
tratta Riva e le sue devastazioni ambientali.
Ma ovviamente,
questa è solo una immagine mediatica, perché in realtà è da tempo
immemorabile che tutto quanto accade in quella azienda e le devastazioni
ambientali che provoca erano oggetto di puntuale denuncia di stessi
lavoratori Ilva, di ambientalisti veri, di area sociale nonché da parte
nostra. Insomma un'altra Taranto che aveva difficoltà a venire fuori
nella chiarezza di obiettivi fuoriuscendo dalla contraddizione fra
occupazione da una parte e salute/ambiente dall’altro alimentata ad arte
da una parte da fim fiom uilm e dall’altra da ambientalisti alla
Bonelli ed ampiamente supportata dai mass-media.
La previsione
della manifestazione di oggi, con tutto quanto accaduto in questi
giorni, ha attivato e riattivato immediatamente questa Taranto e che ci
ha portati al successo (tale va considerato) della giornata di oggi.
Lunedì scorso, quindi solo tre giorni fa con un tam tam ci siamo
autoconvocati in piazza per decidere come muoverci. Ovviamente come
Confederazione abbiamo alimentato e condiviso immediatamente questo
percorso. In piazza ci siamo ritrovati in una cinquantina (non pochi) e
già in serata era nato un comitato funzionale a controbattere quella
valanga di fango filo Riva nelal manifestazione di oggi e soprattutto
per costruire un percorso collettivo di ripresa dal basso degli spazi
negati e di controllo sempre dal basso di tutte le decisioni che possano
essere prese su questa vicenda. Comitato composto oltre che da noi, di
varie strutture di area sociale, di singole e singoli, e naturalmente di
operai Ilva, sempre quelli che dall’interno e da tempo hanno denunciato
sia pubblicamente che alla magistratura le devastazioni ambientali
dell’Ilva pagandone dure conseguenze a livello personale nel complice
silenzio della Fiom, proprio sindacato di appartenenza. Dunque ci si è
ritrovati con facilità, anche perché i rapporti sono sempre esistiti,
anche se fra alti e bassi, ed è stato conseguenziale per tutte/i provare
a rivoltare di 180 gradi questo unanimismo filo-riva. Immediato un
comunicato stampa volantino che attaccava frontalmente Riva con le sue
responsabilità, cgil-cisl-uil e la “politica” per le sue complicità
senza infingimenti o mezze misure e la decisione di proporre uno
spezzone di corteo “dissenziente” dalle posizioni “ufficiali e che
voleva arrivare al palco e prenderselo se negato per far ascoltare
un'altra voce Le giornate di martedì e mercoledì che hanno visto due
iniziative di piazza con partecipazione di un centinaio di compagne/i e i
volantinaggi di massa in città ed in Ilva ci avevano dato già delle
buone sensazioni (no a caso ad esempio già ieri un confederale era stato
autonomamente e duramente contestato in Ilva): insomma sembrava che
tutti aspettassero che si ponesse una alternativa al vomitevole
unanimismo pro-riva di questi giorni L’indicazione per tutte/i è stata
di schierarsi dietro lo striscione unico che recitava : SI AI DIRITTI NO
AI RICATTI: OCCUPAZIONE-SALUTE-REDDITO-AMBIENTE.
Ed arriviamo
alla giornata odierna, tenendo presente che le difficoltà si erano
moltiplicate per una vergognosa campagna terroristica portata avanti in
fabbrica dai confederali e in città dai mass- media che non appena hanno
saputo del nostra partecipazione al corteo hanno iniziato a parlare di
invasione di no-tav, black block, centri sociali ed amenità del genere.
E, badate bene, la stura (anche se non ve ne era bisogno) a questa
infame campagna l’ha data un imbecille di ambientalista presuntivamente
duro e puro (bonelliano) quando ha mandato un comunicato stampa
paventando la calata dei “barbari” comunque definiti: pensate un po’ con
chi abbiamo a che fare!Il nostro spezzone ha contato in numeri
realissimi 7/800 persone che sono aumentate durante il percorso, che
peraltro è molto breve, meno di un km dalla partenza alla piazza . A
proposito di numeri se altri parlano di 5000 persone nella piazza dei
comizi, noi di conseguenza eravamo almeno 2500 e basta guardare le
immagini di quando siamo arrivati in piazza: eravamo perlomeno la metà.
Il resto è cronaca in quanto il nostro spezzone era il più seguito per
come si è caratterizzato e come si è ben potuto veder in tv (al di là
dei commenti) dopo che alla richiesta di far parlare un rappresentante
di questo comitato non c’è stata ovviamente risposta, abbiamo
conquistato il palco con la forza di movimento ( e senza neanche scontri
di piazza) e, perché no, anche la totale attenzione dei mass-media.
Soprattutto è stato importante quando, prima di fuggire, un a mezza
tacca ha invitato i lavoratori a continuare con cgil-cisl uil in un
piazza adiacente, la piazza è rimasta piena per aspettare il nostro
comizio e con loro sono andati praticamente solo i funzionarietti e
qualche leccaculo.
Tutti hanno potuto vedere la fuga in diretta
di Camusso, Angeletti, Bonanni ed anche Landini ,qualcisa che ricorda
la grande contestazione operaia dell'autunno 1992 !
Un giudizio
certamente positivo della giornata odierna. Anzi se consideriamo tutta
una serie di difficoltà, dall’aver organizzato tutto in tre giorni,
avendo zero stampa, una infame campagna contro direi che il risultato di
far fuggire i segretari generali di cgil-cisl-uil in una città di
provincia ed in un giorno nel quale le attenzioni (comprese quelle
poliziesche) erano rivolte su Taranto non è certamente un risultato da
sottovalutare.
Un altro dato estremamente importante è la
partecipazione sentita, convinta ed estremamente determinata alla
manifestazione: ovvero non era la “solita” stantia manifestazione ma la
determinazione si leggeva negli occhi e negli atteggiamenti.
Ora ovviamente il percorso prosegue in quanto domani sera ci rivediamo
in piazza come comitato e lo facciamo nel quartiere (Tamburi) che è il
più devastato ambientalmente parlando in quanto è adiacente alla
fabbrica.
Anzi lo facciamo in una piazza che dista qualche decina di metri dall’Ilva.
L’assemblea servirà a dare una valutazione sulla giornata odierna e
studiare le prossime iniziative, tenendo presente che domani c’è il
riesame rispetto all’ordinanza di chiusura. Se sono rose fioriranno.
Vi terremo aggiornati sui prossimi sviluppi.
Taranto 2 agosto 2012 Confederazione Cobas Taranto
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