lunedì 20 ottobre 2008

Un presidente .... di classe


Benedetti ragazzi, ascoltate la saggia voce che scende dal colle…. : “Non si può dire solo no”. Ha ragione. Davanti alla proposta che per migliorare l’unica scuola che funziona degnamente (le elementari) bisogna cacciare 87 mila maestre e ridurre le ore di insegnamento, non si può dire solo no. Si può anche dire: “No, siete dei banditi!”. Concordo che dire solo no non basta. Conosco precari che nella scuola non entreranno mai, i quali dicono addirittura: “No, manco morti!”. E so di persone moderate e responsabili che di fronte alla proposta delle classi di concentramento per bambini stranieri hanno addirittura sbottato: “No, vaffanculo!”. (Alessandro Robecchi sul manifesto del 19/10/08).

La fiumana di fax e di mail diretti al presidente della repubblica Giorgio Napolitano con la richiesta di non apporre la firma alle leggi Gelmini una volta uscite dal Senato è una vicenda in cui i miti metropolitani sulle istituzioni come garanzia di diritti di tutti vincono sulla acquisizione di informazioni. Infatti il bombardamento di mail è cominciato dopo che Napolitano, in occasione del discorso di apertura dell'anno scolastico con la Gelmini a fianco, aveva parlato di "tagli necessari" e di bilancio pubblico da immolare "per le direttive dell'Unione Europea". Direttive che, come sappiamo, prevedono che la UE bruci migliaia di miliardi per salvare le banche dai giochi speculativi, operati da loro stesse, tagliando spesa pubblica ed istruzione per milioni di persone sul continente.
Quando le petizioni hanno raggiunto un numero record Napolitano ha ufficialmente parlato: "firmerò la legge, in qualsiasi modo mi arrivi dal parlamento". Evidentemente questa tetragona dichiarazione non gli è bastata visto che ha fatto anche filtrare al Corriere della sera le seguenti affermazioni "il presidente della Repubblica è particolarmente irritato dal bombardamento di messaggi di questa settimana". Insomma chi crede che in questa repubblica sia possibile la partecipazione democratica è servito.
Quindi più ci si rivolgeva al garante della costituzione, presunto al di sopra delle parti, più questo signore aveva politicamente preso posizione per lo smantellamento della scuola pubblica e dell'università. Subito dopo le manifestazioni di questi giorni, Napolitano è di nuovo intervenuto in difesa e soccorso della Gelmini "non si può dire sempre di no", riferendosi a chi protesta nei confronti dei tagli. Eh no, caro Napolitano, il problema è rovesciato: non si può dire sempre di sì. Solo poche e selezionate persone come te fanno carriera, dal Pci ad una presidenza della repubblica di sapore ultraliberista, suggerendo agli altri "di non dire di no" affinchè i poteri forti diventino sempre più forti. Ringraziando i Giorgio Napolitano con un avanzamento di carriera magari fino al colle più alto.

Se si scrive quindi al presidente della repubblica pensando che il garante della costituzione e quindi dell'istruzione pubblica, una volta informato dalle periferie, si attivi a difesa dei diritti costituzionali, si fa un grave errore. Napolitano sa benissimo quel che di grave sta succedendo nelle scuole e nelle università. Desidera intimamente che succeda, si sta adoperando perchè succeda e, se necessario, manderà i suoi cosacchi. Basta conoscere la sua storia politica per capirlo.

Insomma, se proprio volete scrivere allo zar chiedete almeno le sue dimissioni.
Kenny Dalglish su
Senzasoste.it

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