domenica 26 ottobre 2008

Chi sta pagando la crisi nel nostro territorio?

Mentre tutta l’attenzione del governo è rivolta a tagliare risorse a scuola, sanità e servizi sociali, per salvare speculatori e bancarottieri, in toscana la crisi sta assumendo proporzioni finora sconosciute, rischiando di cancellare interi settori produttivi. In lucchesia il calzaturiero viaggia con una media di venti cessazioni al mese. A Prato è molto pesante la situazione del tessile, nel pistoiese mobili, moda e maglieria. Molto spesso la crisi è solo il pretesto per delocalizzare (la Eaton sceglie ad es. la Polonia) e questo, nonostante i benefici accordati in questi anni alle aziende: sgravi fiscali, bassi salari, assenza di conflitti e l’utilizzo di ogni forma di flessibilità e precarietà. Nei primi nove mesi dell’anno, i nuovi disoccupati hanno raggiunto quota settantamila. Nel nostro territorio e in quello limitrofo, interi settori produttivi come quello della moda, delle cornici e del calzaturiero, rischiano di essere interamente cancellati; altri settori, dalla camperistica al conciario, fortemente ridimensionati. Una specie di bollettino di guerra che sembra arricchirsi ogni giorno di più. A Certaldo è cominciata la cassa integrazione per 45 lavoratori della Pertici; per 19 dei 38 dipendenti dell’azienda di abbigliamento Modyva, stanno per partire le procedure di mobilità e altrettanto avverrà per i 67 dipendenti della Manifattura di Stabbia di Cerreto Guidi allo scadere della cassa integrazione (maggio prossimo). Nel settore tessile-abbigliamento, la cassa integrazione del terzo trimestre 2008 è cresciuta del 23.8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’intera catena dei piccoli sub-fornitori del settore camper (1500 lavoratori circa) è in ginocchio nel disinteresse generale. Le occasioni di confronto pubblico come il consiglio comunale aperto del 15 ottobre a Poggibonsi si trasformano in passerelle mediatiche per amministratori e rappresentanti politici di tutti i livelli. Ai lavoratori che sono i soggetti più colpiti, si concede di intervenire solo tre ore dopo, quando la maggior parte di loro erano già andati via.
Un recente studio dell'Irpet ha calcolato che almeno 4.400 famiglie toscane scenderanno sotto la soglia dell'indigenza, passando dal 2,9% al 3,3% del totale (da circa 43.000 a 47.500). La perdita media del reddito sarà di circa 518 euro, cifra che secondo i ricercatori "potrebbe addirittura triplicare nel 2009" se le condizioni non dovessero mutare radicalmente.
Per quanto riguarda i mutui la crisi per i toscani porterà ad un aumento medio di circa 326 euro.
Le richieste di sostegno che giungono allo sportello legale Cobas-Orda precaria, diventano sempre più numerose e gli sfratti per morosità, una realtà quasi quotidiana. E’ una emergenza a cui politica e istituzioni devono dare risposte immediate, promuovendo forme adeguate di sostegno al reddito e assumendo come prioritarie il diritto alla casa e ad un lavoro dignitoso.

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