martedì 14 ottobre 2008

Lo sciopero del 30 ottobre? : si può annullare

Bonanni: "La Cisl revocherebbe volentieri lo sciopero del 30 ottobre, così potrebbe spendere le energie per cose più importanti".
Angeletti: "Se il governo ci convoca, possiamo revocare gli scioperi della scuola e del PI".

Il vero sciopero della scuola è quello del 17 ottobre

Se qualcuno/a avesse ancora dei dubbi sul fatto che l'unico sciopero utile per cercare di fermare Tremonti-Gelmini nella loro opera di distruzione della scuola è quello del 17 ottobre, le dichiarazioni di ieri di Bonanni e quelle di Angeletti di stamattina dovrebbero farglieli passare del tutto. In perfetto stile-Berlusconi, il segretario generale della Cisl ha ieri "esternato" a Domenica In - uno di quei contenitori di presunto spettacolo che incantano, non si sa perchè, milioni di italiani/e - che rinuncerebbe volentieri allo sciopero della scuola del 30 ottobre "a condizione che il governo ci convochi per discutere come si riorganizza la scuola".

Bonanni si è dichiarato assai fiducioso di ottenere da Sua Maestà Silvio il sospirato incontro: "Se Berlusconi vuole riappacificarsi deve convocare una riunione e so che tutto spinge in questa direzione". Così, ha concluso Bonanni, "le energie potremo spenderle per cose più importanti".

Oggi Angeletti ha rincarato la dose, affermando, sempre in TV: "Non ci divertiamo a scioperare, se il governo ci convocasse potremmo revocare gli scioperi della scuola e del Pubblico Impiego".

Che la convocazione dello sciopero del 30, del tutto fuori tempo massimo, fosse strumentale, finalizzata solo a disturbare il vero sciopero utile, quello del 17, era per noi chiaro.

D'altra parte Gelmini ha sottolineato che lei prosegue la linea imposta dalle Finanziarie del governo Prodi e dal Libro bianco di Fioroni, che ebbero il pieno avallo della Cisl, della Cgil e della Uil, nonchè di quel Partito Democratico che con la sua ministra-ombra (in senso letterale) Garavaglia ha ieri ricordato che era d'accordo sui tagli nella scuola (la "razionalizzazione della spesa", li ha chiamati) ma fino a 6 miliardi e non a 8 e che la rottura è avvenuta perchè Gelmini si è rifiutata di concordarli insieme.

E' esattamente la piattaforma dello sciopero del 30, che non chiede l'abrogazione dell'art.64 della legge 133 (quello degli odiosi tagli) ma "l'apertura di un tavolo negoziale con il governo per una vera riqualificazione della spesa nella scuola, in grado di coniugare la lotta agli sprechi e alle diseconomie con la garanzia del giusto tempo scuola".

Non si chiede la cancellazione e neanche la riduzione dei tagli e nemmeno si dice che quello attuale è il "giusto" tempo scuola: si vogliono solo concertare insieme i "giusti tagli" contro gli "sprechi".

Non ci sorprende dunque che Bonanni ritenga del tutto secondario "sprecare energie" per difendere la scuola pubblica e che vorrebbe dedicarsi a non meglio precisate "cose più importanti": opinione non condivisa però dalla marea di lavoratori/trici che si apprestano a raggiungere Roma, con centinaia di bus, treni e mezzi privati, il 17 ottobre, per fermare l'opera demolitrice della "strana coppia" Tremonti-Gelmini, per dire no ai terrificanti tagli, per rifiutare la riesumazione della "maestra unica" novecentesca e l'espulsione in massa dei precari; e nemmeno dai lavoratori/trici e cittadini che si riuniranno oggi a Roma davanti al Senato (ore 17), dove inizia la discussione del decreto Gelmini, per gli stessi obiettivi

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