domenica 26 giugno 2011

1 luglio-Firenze bene comune.


In quest’ultimi anni in Italia si assiste ad un progressivo scollamento tra ceto politico e partiti da un lato e societa’ civile dall’altro. Il quorum e la vittoria dei si’ ai referendum sono una cartina di tornasole di questi sentimenti.

Dall’ottobre scorso un grosso movimento studentesco si è mobilitato per opporsi ad una riforma della scuola devastante. In migliaia hanno occupato universita’, piazze, stazioni, hanno dato vita a mille forme di protesta. Il governo ha tirato dritto trasformando le legittime rivendicazioni degli studenti in un problema di ordine pubblico, demandando ai responsabili di quest’ultimo nelle varie città la scelta degli strumenti più idonei.
A Firenze il conto da pagare e’ stato presentato a suon di arresti domiciliari e obblighi di firma. 11 persone, quasi tutte incensurate, hanno subito un arresto preventivo in attesa di processo, e molte di piu’ devono presentarsi a firmare in questura. Restrizioni pesanti che sottendono ad una gestione tutta poliziesca del conflitto sociale. Si e’ costruita ad hoc un’associazione a delinquere dove ascrivere un po’ di tutto: cortei,occupazioni, scritte sui muri. Un pout-pourri di nomi, fatti, indagini,intercettazioni che cresce nel tempo. I faldoni dell’inchiesta sono ormai quasi diecimila pagine e lunedi mattina si è aggiunto un altro episodio, con nuovi arresti e obblighi di firma.
Firenze vive una grossa crisi della proposta politica con una giunta particolarmente attenta all’immagine, ma senza idee o peggio ancora con pessime idee, che preferisce rimanere immobile e inquadrare i problemi in termini di gestione poliziesca. Agli studenti che protestano in piazza si riserva un trattamento ben sperimentato allo stadio, con obblighi di firma usati tipo daspo e arresti domiciliari. I rifugiati davanti alla fortezza si cacciano con il pattuglione antidegrado dei vigili o la celere, gli sgomberi delle case al Ponte di Mezzo diventano blitz all’alba eseguiti in gran forze. Nel mentre si procede alla privatizzazione delle Cascine, dell’Ataf, alla svendita del patrimonio immobiliare.
E’ il niente della politica istituzionale, che lascia il posto al mero mantenimento dell’ordine pubblico. In risposta al nulla di questa proposta politica, dal basso nascono percorsi autorganizzati e autogestiti, che cercano di rendere più vivibile questa città, di risolvere situazioni completamente ignorate dalle istituzioni, praticano percorsi di difesa di quei beni comuni che le nostre amministrazioni sono felici di svendere.

In una città per molti aspetti ancora viva e solidale si cerca di avvelenare ad arte la situazione. L’assoluta sproporzione tra i fatti contestati e i reati e le misure restrittive utilizzate sono il tentativo di circoscrivere e limitare sempre di più le forme della protesta. Ed è proprio a quella parte di città che rivolgiamo in primis l’appello a partecipare e/o proporre le prossime iniziative a Firenze per superare attraverso la condivisione dei percorsi e la discussione continua il tentativo di mettere a tacere chi non condivide questo modello di città.

1 luglio manifestazione per Firenze-bene comune

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