mercoledì 12 gennaio 2011

Venerdì 14: NO MARCHIONNE DAY

Comunicato stampa.

NO MARCHIONNE DAY
Noi lavoratori precari disoccupati cassintegrati votiamo Via Marchionne.

Venerdi 14 gennaio i lavoratori della fiat di Mirafiori dovranno votare l'accordo di Marchionne sotto il ricatto. Quel giorno ad Empoli sarà il NO MARCHIONNE DAY. Il giorno in cui i cittadini della nostra città potranno esprimere il loro dissenso a questo accordo, non solo per dare solidarietà ai metalmeccanici, ma perchè a Mirafiori è in gioco la democrazia. Le urne per votare saranno istallate presso:

Centro sociale Intifada di Ponte a Elsa (Dance-hall reggae dalle 22)
Festival delle Arti Distratte 2011, presso il palazzetto delle esposizioni di Empoli.
Casa del popolo di Pozzale
Casa del popolo di Samminiatello
Casa del popolo di Santa Maria

Perché il “NO MARCHIONNE DAY
Il famigerato “accordo mirafiori”, meglio noto come “ricatto Marchionne”, dal nome di un tizio che guadagna 435 volte più dei suoi dipendenti, ha come vero obiettivo il ripristino di forme di schiavitù da milleottocento. E' un modello politico-sindacale che prevede un unica possibile voce (la sua) e la definitiva cancellazione di qualsiasi pratica conflittuale e di ogni forma di difesa e tutela legislativa dei lavoratori. Una vera e propria barbarie costruita attraverso un'organizzazione del lavoro che riduce gli operai a semplici erogatori di lavoro sfruttato, schiacciati da orari, turni e mansioni che finiranno per negare ancora di più dignità, salute, interessi, rapporti sociali e familiari; in altre parole il diritto all'esistenza fuori dai recinti della schiavitù salariale. Roba che dovrebbe essere considerata inaccettabile da chiunque ma che ha al contrario una quantità impressionante di estimatori. Non solo Governo e padroni (ci mancherebbe altro) ma anche sindacati concertativi e sedicenti opposizioni parlamentari si prodigano da giorni nel tentativo di persuadere che alla garanzia di un posto di lavoro si possano sacrificare le stesse condizioni di vita. D'altronde Marchionne sapeva già di poter contare su trent'anni di sindacalismo contrario a qualsiasi pratica conflittuale e ha utilizzato l'accordo per suggellare l'ultimo e definitivo passaggio all' “ufficio risorse umane” dell'azienda; un sindacato cioè controllore e garante del consenso dei lavoratori. Sapeva che non poteva aspettarsi particolari contrasti dall'amico Chiamparino, dal torinese Fassino o dall'immancabile Pietro Ichino, se non la debole richiesta di garantire comunque una presenza, anche solo tecnico/simbolica alla Fiom. Tutti questi paladini dei “diritti costituzionali” hanno omesso di ricordare all'amico Marchionne l'art.41, secondo il quale “l'iniziativa privata è libera, ma non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale”, e cioè con accordi lesivi della dignità, del rispetto e dei diritti di chi lavora, né l'incostituzionale cancellazione di fatto del diritto di sciopero. Né tanto meno sembrano preoccupati per gli effetti dirompenti che la riduzione delle pause, l'intensificazione dei ritmi di lavoro e il triplicamento degli straordinari possono provocare sulla salute dei lavoratori. Già oggi a Mirafiori sono 1500 su 5500 gli operai con ridotte capacità lavorative e addirittura 2200 su 5500 a Melfi.
Oggi a Mirafiori non sono in gioco solo i diritti del mondo del lavoro ma anche gli ultimi spazi democratici e le residue libertà individuali e collettive. Per questo è necessario mettere in campo una vasta mobilitazione sociale in grado di riconquistare posti di lavoro, reddito, pensioni, strutture comuni e diritti politici, sociali e sindacali.
Una prima risposta concreta è lo SCIOPERO GENERALE dei metalmeccanici proclamato dalla Fiom per il 28 gennaio e che i Cobas hanno esteso a tutti i lavoratori/trici pubblici e privati. Una giornata di lotta che vedrà in piazza assieme lavoratori, precari, movimento degli studenti medi e universitari e da tante strutture del conflitto sociale, territoriale e ambientale.
COBAS EMPOLI-Valdelsa
UNITI CONTRO LA CRISI, Empoli

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