domenica 23 agosto 2009

Perchè respingere le gabbie salariali

Qual'è la ricetta migliore per salvaguardare la speculazione finanziaria e monetaria? Annullare il conflitto, attaccare i lavoratori, indebolirli e ridurli alla impotenza. Esageriamo? Non sembra proprio a leggere dati e statistiche estive che denunciano la secca perdita del potere di acquisto, il crollo dei consumi, aumenti contrattuali di pochi euro al mese (non fa differenza che siano salari pubblici o privati) , erosione dei redditi percepiti attraverso lo stato sociale (ormai servizi essenziali come istruzione , sanità e assistenza sono per lo più a carico delle famiglie).
Dopo avere indebolito per oltre un ventennio il potere di acquisto dei salari, introdotto un calcolo delle pensioni svantaggioso (il cosiddetto sistema contributivo al posto del retributivo), cancellato ogni meccanismo di adeguamento automatico dei salari e delle pensioni al costo della vita, oggi Governo e Confindustria si preparano ad innalzare l'età pensionabile (lavoreremo fino alle soglie dei 70 snni per percepire una pensione da fame) e introdurre nuove divisioni e disuguaglianze tra i lavoratori. Tornano così le gabbie salariali che le lotte operaie del 1968\69 avevano spazzato via, un ulteriore aiuto alle imprese che tra riduzione del costo del lavoro (e magari arriveranno norme che renderanno più facile il licenziamento anche nelle azieinde con più di 15 dipendenti ..) e fiscalizzazione degli oneri sociali potranno accrescere a dismisura i loro profitti. Negli ultimi 15 anni la ricchezza prodotta in Italia non è andata ai salari che anzi hanno perso potere di acquisto, sono invece cresciuti i profitti e le speculazioni.
Per fare passare le gabbie salariali hanno sottoscritto (governo, Confindustria e Cisl , Uil e Ugl) il nuovo modello contrattuale che attacca il contratto nazionale e indebolisce il potere di contrattazione dei lavoratori e delle lavoratrici.
Allora è bene individuare la complessità dell'attacco portato ai lavoratori nel nostro paese che riguarda nell'ordine il modello di contrattazione di Confindustria e Ugl Cisl uil che,con ridimensionamento del contratto nazionale, spiana la strada alla contrattazione aziendale, alle deroghe ai contratti nazionali, ai patti locali che determinano meno salario e minori diritti collettivi ed individuali contratti nazionali al ribasso e affermazione del monopolio della rappresentanza (e di indizione delle elezioni rsu) solo a chi firma i contratti a perdere l'attacco al diritto di sciopero, oggi nel trasporto ma molto presto in ogni categoria del privato e del pubblico (dove si parla insistentemente di scioperi bianchi).
Oggi in Italia esistono già tante differenze , basti guardare ai costi dei servizi alla persona, ai costi dei mutui, al salario accessorio nei settori pubblici che vede le regioni del Sud penalizzate di un buon 15,20% rispetto a quelle del centro Nord.
Le gabbie salariali se introdotte serviranno solo ad accrescere i profitti padronali dividendo i lavoratori e salvando il Governo da ogni forma di contestazione. Lo stato si erge a difesa del capitale industriale e finanziario, regala soldi alle Banche mentre lascia i lavoratori preda delle speculazioni e della perdita di salario e diritti. Per queste ragioni respingere le gabbie salariali, il nuovo modello di contrattazione e ogni forma di riduzione del diritto di sciopero significa difendere i nostri salari e il futuro di noi e dei nostri figli. Resistiamo agli attacchi del Governo e respingiamo le ideologie leghiste che creano solo disuguaglianza e sopraffazione.
Confederazione Cobas

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