domenica 5 gennaio 2014

Empolese valdelsa/Italia 2013: una crisi sempre più' profonda.

Ci lasciamo alle spalle uno degli anni più bui per il nostro territorio. La crisi ha attraversato tutti i settori produttivi e per tante (troppe) famiglie la ripresa economica appare ancora un miraggio. Più che gli annunci dei tanti miracolati della politica valgono gli indicatori reali, come quelli che scaturiscono dall'ultimo Rapporto sulla Coesione Sociale stilato da Inps e Istat. Si tratta di dati che certificano un'Italia più vecchia, precaria e sempre più sulla soglia della povertà.
I disoccupati sono 2 milioni 744 mila, 636 mila rispetto al 2011. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 10,7%, con un incremento di 2,3 punti percentuali rispetto al 2011 (4 punti percentuali in più rispetto al 2008). Il tasso di disoccupazione giovanile supera il 35%. L'incremento della cassa integrazione colpisce tutti i territori, i disoccupati sono soprattutto i giovani ma cresce il numero di chi pur con laurea e specializzazione non trova un nuovo impiego dopo avere perduto il vecchio.
Nel nostro territorio abbiamo vissuto (e stiamo in gran parte vivendo) le crisi della Shelbox (157 addetti), dell'Isi (50 dipendenti della nostra zona), la vicenda della Falaschi (450 euro al mese di stipendio dopo un ritardo di quasi un anno), l'Autoservice di Capraia e Limite (18 addetti), della Falegnami di Castelfiorentino, della Cooperativa L'Avvenire 1921 (ex Consorzio Etruria) di Montelupo, della Colorobbia, Zerotwonine, Gima, calzaturificio Rambo, L. Pucci, ecc.
Abbiamo vissuto il calo vertiginoso degli stipendi, le fortissime sperequazioni tra uomini e donne, autoctoni e migranti, nord e sud, il raddoppio delle tassazioni e il pagamento di molti servizi fino a pochi anni fa gratuiti o semigratuiti.
Tutto questo è stato il frutto di un atteggiamento criminale, quello dei colossi finanziari e della politica responsabili degli enormi regali alla speculazione e alle privatizzazioni. Un dato per tutti: lo stato spenderebbe gli stessi soldi per assumere i custodi per le scuole ma questi soldi li regala alle aziende private che a loro volta assumono con contratti precari a 500\700 euro al mese.

Quasi un pensionato su due (46,3%) ha un reddito da pensione inferiore a mille euro e il 38,6% ne percepisce uno fra mille e duemila euro. Dal 2010 al 2012 il numero di pensionati diminuisce mediamente dello 0,68%, mentre l'importo annuo medio aumenta del 5,4%.

E che dire della poverta? Nel 2012 il 12,7% delle famiglie residenti in Italia (+1,6 punti percentuali sul 2011) e il 15,8% degli individui (+2,2 punti) si trova in condizione di povertà relativa. Sono i valori più alti dal 1997. La povertà assoluta colpisce invece il 6,8% delle famiglie e l’8% degli individui. I poveri in senso assoluto sono raddoppiati dal 2005 e triplicati nelle regioni del Nord (dal 2,5% al 6,4%).

Nel 2012 l’indicatore sintetico “Europa 2020″, che considera le persone a rischio di povertà o esclusione sociale, ha quasi raggiunto in Italia il 30%, soglia superata, tra i paesi dell’Europa a 15, solo dalla Grecia.

Se gli stipendi sono bloccati, in un solo anno abbiamo perso più di 70 mila posti per non parlare poi di un paese sempre più ignorante con dimostrano gli abbandoni scolastici, la riduzione delle immatricolazioni all'università, la chiusura di tante biblioteche e la crisi irreversibile della piccola editoria e delle librerie indipendenti.

Alla luce di queste considerazioni, c'è ancora qualcuno disposto a credere che le politiche intraprese con i patti di stabilità , i tagli e le privatizzazioni siano le ricette vincenti?

Cobas Empoli-Valdelsa.

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