Bergamo: Fornero assediata; anche Landini contestato dagli operai
Si è consumata nel pomeriggio di oggi a Bergamo la rottura tra base
operaia e precariato sociale e segreteria nazionale FIOM. Al grido di
"sciopero, sciopero generale!" il segretario Maurizio Landini è stato
duramente contestato dagli RSU FIOM della Same di Treviglio, dagli
operai della Piaggio di Pontedera, e della Fiber insieme a numerosi
giovani precari e disoccupati. Più di una settimana fa infatti gli
operai Same, fiutando l'importanza strategica dell'appuntamento, avevano
lanciato per le 13.30 un presidio autonomo di contestazione davanti al
teatro Donizetti all'interno del quale si sarebbe tenuta l'Assemblea
Generale di Federmeccanica alla presenza dei segretari di Cgil, Cisl e
Uil, del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi e, soprattutto, del
ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero. Il silenzio
ovattato ma pronto ad esplodere che accompagna l'iter di approvazione
parlamentare della riforma del lavoro ha contribuito ad aumentare la
rabbia di quanti in questi mesi con tutte le forze hanno cercato di
opporsi a questa grande opera di smantellamento delle garanzie sociale e
di impoverimento. La convocazione degli operai Same ha incontrato
un'adesione ampia e condivisa e oggi Bergamo è stata scossa da un
ulteriore momento di costruzione dell'opposizione alla riforma del
lavoro. I manifestanti hanno incontrato un ingente schieramento di forze
dell'ordine nel vialone antistante il teatro ma, forzando il blocco,
hanno costretto la polizia in assetto antisommossa a ripiegare davanti
al teatro a difesa dell'ingresso. La pressione di un presidio numeroso
ha costretto il ministro Fornero a scegliere un ingresso laterale. Ma il
significato politico della giornata si è profilato con chiarezza
all'arrivo del segretario nazionale FIOM Landini. Questo è stato accolto
dai fischi dei manifestanti ed è stato posto davanti ad una chiara
alternativa: unirsi al presidio e seguire un concreto percorso di
costruzione dell'opposizione alla riforma Fornero in sintonia con la
volontà dei lavoratori oppure entrare nel teatro e continuare
un'impossibile mediazione con le forze padronali per raccogliere le
briciole nell'interesse della burocrazia sindacale piuttosto che della
lotta e della dignità operaia. Coerentemente con la linea politica di
una segreteria nazionale ormai isolata nella propria autoreferenzialità
Landini, accompagnato da Mirko Rota ed Eugenio Borella, delle segreterie
regionali e provinciali, e da Giorgio Airaudo, segretario della Fiom
piemontese, scortati da un doppio cordone di forze di polizia e
subissati dai fischi hanno scelto di entrare nel Donizetti. I
manifestanti gridano "venduto!". La giornata di oggi ci fornisce una
doppia indicazione. Da un lato, ormai, la distanza tra la burocrazia
sindacale e le forze del lavoro vivo si è ampliata fino a consumarsi in
uno strappo. L'esile filo che ancora teneva in comunicazione le
segreterie sindacali con il desiderio di riscatto nei luoghi di lavoro
si è sfibrato e logorato nelle lotte degli ultimi mesi: in ogni singola
fabbrica dove le segreterie hanno lavorato per raffreddare l'iniziativa
operaia inseguendo uno sterile attendismo concertativo, in ogni luogo in
cui i lavoratori hanno cercato e costruito relazioni per produrre la
resistenza allo sfruttamento e al declassamento sociale, incontrando
nuove soggettività e ricomponendo l'attuale precariato metropolitano e
il futuro precariato di fabbrica che invece, in una logica corporativa,
le segreterie tendevano a dividere. Dall'altro lato la giornata di oggi
consegna completamente la possibilità di costruire e praticare lo
sciopero generale all'autorganizzazione e all'unità dei lavoratori e del
precariato sociale. Alla loro opera di relazione e conflitto che tanto
oggi si è dimostrata potente nell'iniziativa autonoma lanciata dagli
operai della same.
(notizia tratta da “il manifestino degli operai Piaggio”)
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