domenica 28 settembre 2008

Con i lavoratori dell'ALITALIA

Nessuno, di coloro che oggi fanno i moralisti sugli stipendi d’oro dei
piloti Alitalia, se n’era prima mai scandalizzato, anzi riteneva quegli
stipendi perfettamente meritati.

Non solo: oggi si vogliono far passare come privilegiati anche i
lavoratori più comuni (hostess e stewards, cioè i famosi assistenti di
volo, e il personale di terra, tutti con salari tra i 1.000 e i 1.500
euro mensili).

I quali vengono bollati come irresponsabili, quando respingono sia
l’arroganza del Governo, che vuole cacciare 9 mila di loro (non 3mila,
come dice il ministro del lavoro Sacconi) più 3mila precari, sia le
pretese da padrone delle ferriere di Colaninno e soci della futura
Compagnia CAI (Compagnia Aerea Italiana), che, a coloro che rimarranno,
ridurranno un terzo delle ferie, il 40% della retribuzione e un terzo
dei riposi (utili non solo alla salute di chi lavora in volo, ma anche
alla sicurezza stessa del volo, quindi alla vita del personale e dei
passeggeri).

La vicenda Alitalia prima è stata fatta marcire dal precedente Governo
Berlusconi, poi ha subito il vergognoso comportamento di Cisl e Uil col
loro boicottaggio della soluzione Air France-KLM predisposta dal Governo
Prodi e di gran lunga meno pesante per i lavoratori, infine è stata
presa in mano dall’attuale Governo Berlusconi per fare un grosso regalo
al fior fiore della finanza speculativa e del padronato d’assalto (Banca
Intesa, AirOne, Colaninno, Benetton, Ligresti, Marcegaglia, ecc.).

Così Alitalia è stata divisa in due società: una, erede dei soli debiti,
da far pagare allo Stato, cioè ai cittadini che pagano le tasse (si
calcolano 150 euro per ogni cittadino, neonati compresi!); l’altra, la
CAI, senza nemmeno un debito, da consegnare gratis a Colaninno e soci.

Un’operazione, questa, che ha fatto gridare ai lavoratori Alitalia
durante le loro proteste: “Meglio falliti, che coi banditi!”.

Non meritano, questi lavoratori, di essere trattati, almeno dai mezzi
d’informazione, con un po’ più di rispetto, se non altro raccontando i
fatti come sono e non diffondendo notizie infondate?

Si tratta di lavoratori impegnati in una grande e drammatica vertenza
sindacale, che hanno tutti contro di loro, compresi i sindacati di sua
maestà: Cisl, Uil e Ugl.

Meno male che, in un’Italia dove sta andando alla deriva il mondo del
lavoro subordinato, ci sono i dipendenti Alitalia a ricordarci che è
necessario lottare.

CONFEDERAZIONE COBAS Toscana

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