venerdì 21 dicembre 2007

LA MORTE OPERAIA NON COSTITUISCE REATO

E' disponibile presso il csa intifada (via XXV aprile – Ponte A Elsa- Empoli) e la libreria Il Barbagianni di S. Miniato il libro bianco: "LA MORTE OPERAIA NON COSTITUISCE REATO" un lavoro di ricerca e analisi su infortuni e malattie professionali nell'empolese valdelsa.
Comunicato stampa di presentazione
Le situazioni di lavoro disumane emerse dall'incendio alla thissenKrupp, sono purtroppo analoghe a quelle che tanti di noi vivono quotidianamente. Nel nostro territorio, caratterizzato da un numero elevato di piccole imprese, il tema della sicurezza è, se possibile, ancora più rilevante perché oltre il 90% degli incidenti avvengono in questi contesti e, i controlli sono minimi o inesistenti.

Nel libro bianco che abbiamo presentato oggi su “infortuni e malattie professionali nell’empolese valdelsa” partiamo dalle troppe commozioni ipocrite di questi giorni, dai tanti funzionari sindacali che lamentavano l’assurdità di turni che arrivavano a 12 ore, dimenticando di aver accettato, nei contratti di questi anni, di eliminare qualsiasi limite all'orario giornaliero e incentivato il ricorso al lavoro straordinario, azzerando i contributi introdotti dalla legge 28/12/95. Quegli straordinari fuori controllo sono il prodotto di salari troppo bassi, frutto di quasi 15 anni di contrattazione con richieste inconsistenti di aumenti e privati di ogni strumento di protezione come la scala mobile.

Contratti dove ogni volta ci viene sottratto qualcosa, sempre più flessibili e precari perché ciò che conta è quella competitività al ribasso che accentua sempre di più le differenze: i ricchi sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri.

Anche chi si era illuso che con questo governo si avviasse una ridistribuzione della ricchezza ha potuto constatare che ai tagli di ben 5 punti del cuneo fiscale per le aziende, non si è accompagnato nessuna politica a sostegno dei nostri redditi.

Il numero sempre più crescente di omicidi bianchi non sono ancora sufficienti per capire che la difesa della salute passa attraverso salari dignitosi, lavori più stabili, orari e tempi di lavoro meno bestiali.

Nel libro bianco evidenziamo i tanti paradossi legislativi, le contraddizioni fra la volontà di potenziare l’apparato ispettivo mentre si agisce per il suo smantellamento, fra i lamenti per una precarietà sempre più devastante e la legittimazione, con il protocollo di luglio, di tutte le tipologie possibili di precariato introdotte dalla legge 30 e che negli ultimi due anni hanno portato a raddoppiare il numero di infortuni che hanno colpito i precari.

La vergognosa accettazione di un sistema di appalti al massimo ribasso pur sapendo che tutto ciò si traduceva nel tagliare salari, sicurezza e nell’incentivare le assunzioni a nero.

Nella rossa toscana un operaio edile su due lavora a nero e, nei cantieri pubblici questa condizione investe il 40% dei lavoratori (dati fillea-cgil), tutto ciò a dispetto di tanti protocolli d’intesa firmati tra enti pubblici e sindacati confederali.

Qualcuno crede davvero a dati che indicano una riduzione complessiva nel numero di infortuni a fronte di un sommerso così evidente. Non è più verosimile ipotizzare che molte denunce non particolarmente gravi non vengano presentate a causa proprio di questo aumento di situazioni irregolari? La stessa Inail stima in oltre 200mila gli infortuni che si verificano nel sommerso in Italia.

Il libro bianco prova anche ad ipotizzare le mortalità causate da cancerogeni occupazionali, fenomeno ancora poco studiato.

COBAS EMPOLESE-VALDELSA

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