sabato 21 giugno 2014

I governanti UE temono la protesta: annullato il vertice a Torino sulla disoccupazione. Respinta la provocazione UE, revocato lo sciopero generale Cobas dell’11 luglio

L'11 luglio i governanti dell’Unione Europea, con Renzi in prima fila, volevano incontrarsi a Torino per un vertice sulla disoccupazione giovanile: una vera provocazione e una beffa per i giovani italiani, per una città e per un Paese che in questi sei anni di crisi, a causa delle folli politiche liberiste della UE seguite supinamente da tutti i governi italiani, hanno subito a livelli altissimi i disastri della disoccupazione e della precarietà.
L’enorme, ed unitaria come non mai, protesta che la convocazione del vertice a Torino stava provocando, ha impressionato non solo i governanti UE ma soprattutto Renzi, così attento alla propria immagine mediatica, che ha preferito una ingloriosa ritirata piuttosto che una clamorosa contestazione, proprio all’inizio del “suo” semestre di presidenza UE, da parte di una marea di giovani, di lavoratori e di cittadini che si oppongono alla disastrosa politica di “austerità”.
Ma lo scontro politico di massa è solo rinviato all’autunno quando il governo Renzi riproporrà quel liberismo “austero” e a senso unico che ha massacrato il lavoro, i redditi e le pensioni, aggredito con le privatizzazioni i Beni comuni, ridotto drasticamente la qualità e i finanziamenti per l’istruzione, la salute, i trasporti e gli altri servizi pubblici, peggiorato la qualità dell’ambiente in gran parte del territorio nazionale e aumentato vistosamente quel debito pubblico che l’austerità, secondo le fallimentari ricette liberiste, doveva ridurre. Per l’autunno, Renzi ha confermato di voler proseguire sulla nefasta strada del decreto Poletti e del Jobs Act (che intende far approvare entro dicembre), con un’altra valanga di privatizzazioni per i servizi pubblici locali, con vaste dismissioni di beni e ricchezze pubbliche e comuni, con una “revisione di spesa”, che invece di colpire la mostruosa corruzione e gli intollerabili privilegi della borghesia di Stato, finirà per bastonare, come sempre, i più deboli ed indifesi.
Ottenuto il ritiro del provocatorio vertice, i COBAS revocano lo sciopero generale dell’11 luglio, lavorando fin d’ora affinché esso, basandosi innanzitutto sulla grande alleanza sociale costruita in queste settimane intorno alla mobilitazione contro il vertice, si svolga in autunno e sia davvero generale e generalizzato, nei posti di lavoro e nella società tutta, coinvolgendo tutte le forme, stabili o precarie, del lavoro dipendente ma anche del piccolo e indifeso lavoro autonomo. E affinché sia una tappa cruciale per il potenziamento del conflitto sociale durante il semestre di presidenza europea da parte di Renzi, contro le politiche liberiste di austerità della UE e del governo italiano; contro il Patto di stabilità, la “revisione di spesa” e il TTIP (il trattato di "libero scambio" tra Usa ed Europa); contro le privatizzazioni, il decreto Poletti, il Jobs Act e la precarizzazione del lavoro; per la cancellazione del fiscal compact, per la difesa dei Beni comuni, del lavoro, del reddito, dei servizi pubblici, dei diritti sociali, democratici e sindacali.
Nella costruzione di questo percorso, sarà fondamentale che si rafforzi e si estenda la più vasta alleanza tra tutti i settori sociali che vogliono invertire le politiche di austerità, con le modalità che si sono diffuse negli ultimi mesi e in particolare nella preparazione della protesta vittoriosa contro il vertice, consolidando una coalizione paritaria, senza gerarchie, plurale e solidale, che durante l’autunno e il “semestre Renzi” si proponga di sconfiggere l’”austerità” e i provvedimenti anti-sociali che verranno presentati dalla UE e dal governo.

mercoledì 18 giugno 2014

11 luglio, sciopero generale contro le politiche liberiste della UE e del governo Renzi

Contro il vertice UE sulla disoccupazione giovanile ci vediamo tutti/e a Torino

L'11 luglio i governanti dell’Unione Europea si incontreranno a Torino per un vertice sulla disoccupazione giovanile, proprio loro che in questi sei anni di crisi l’hanno ingigantita a dismisura in mezza Europa e in particolare in Italia, ove oramai quasi un giovane su due è senza lavoro, e la netta maggioranza di chi non è disoccupato svolge lavori massimamente precari e con salari da fame. Le politiche liberiste e di austerità, imposte all’Europa dai governi degli Stati più forti, e in particolare dalla Germania, e dai potentati economici e finanziari, sono state accettate e applicate da tutti i governi italiani degli ultimi anni, malgrado abbiano massacrato il lavoro, i redditi e le pensioni della maggioranza della popolazione, aggredito con le privatizzazioni i Beni comuni, ridotto drasticamente la qualità e i finanziamenti per l’istruzione, la salute, i trasporti e gli altri servizi pubblici, peggiorato la qualità dell’ambiente e della vita in gran parte del territorio nazionale e aumentato vistosamente quel debito pubblico che l’austerità, secondo le fallimentari ricette liberiste, doveva ridurre. E il governo Renzi ha già confermato di voler proseguire su questa nefasta strada, con il decreto Poletti e il Jobs Act, con un’altra valanga di privatizzazioni annunciate per i servizi pubblici locali, con vaste dismissioni di beni e ricchezze pubbliche e comuni, con una “revisione di spesa”, che invece di colpire la mostruosa corruzione e gli intollerabili privilegi della borghesia di Stato, finirà per bastonare, come sempre, i più deboli ed indifesi. Particolarmente insopportabile è dunque che, in coincidenza con l’inizio del semestre a guida italiana della UE, Renzi si esibisca nella prima grande vetrina mediatica della “sua” presidenza UE sbeffeggiando, insieme agli altri governanti europei, proprio quei giovani martoriati dalla disoccupazione e dalla precarietà dilaganti.
Con la manifestazione a Roma del 17 maggio scorso in difesa dei Beni comuni il contro semestre di opposizione alle politiche liberiste della UE e del governo Renzi è già iniziato. Ma il passaggio fondamentale per potenziarlo ed affrontare al meglio il conflitto sociale che si annuncia per l’autunno, è la massima riuscita delle iniziative di protesta dell’11 luglio a Torino, nelle quali sperimentare la più vasta alleanza tra tutti i settori sociali che vogliono invertire le politiche di austerità, creando una coalizione paritaria, senza gerarchie, plurale e solidale. I COBAS, per consentire la massima partecipazione dei lavoratori/trici alle iniziative contro il vertice, indicono lo sciopero generale per l''intera giornata dell'11 luglio di tutto il lavoro dipendente pubblico e privato. Lo sciopero è indetto contro le politiche liberiste di austerità della UE e del governo Renzi; contro il Patto di stabilità, la “revisione di spesa” e il TTIP (il trattato di "libero scambio" tra Usa ed Europa); contro le privatizzazioni, il decreto Poletti, il Jobs Act e la precarizzazione del lavoro; per la cancellazione del fiscal compact, per la difesa dei Beni comuni, del lavoro, del reddito, dei servizi pubblici, dei diritti sociali, democratici e sindacali.

sabato 14 giugno 2014

I fascisti non passano a Castefranco

L'amministrazione comunale ha revocato la concessione della sala dell'Orto a San Matteo dopo la protesta di antifascisti, associazioni, sindacati di base. Che il libro non fosse
scelto a casa si è capito subito guardando la biografia di uno degli autori, ora si capisce che la iniziativa ha uno sponsor politico: Fratelli d' Italia e casaggi il cosiddetto centro sociale di destra che da anni organizza la giornata sulle foibe occultando le responsabilità dei nazifascisti rei di stragi di civili nella ex Jugoslavia. Una iniziativa nostalgica che non a caso esalta la Repubblica sociale italiana, i fascisti di Salo' alleati dei nazisti autori di stragi di civili e partigiani
Ma se la scelta del libro non è casuale, puntuale arriva il repertorio di offese e di luoghi comuni che traspare dai siti degli organizzatori

Questo pomeriggio, sotto la pioggia, in piazza a Castefranco, per ribadire la opposizione al raduno c'erano numerosi giovani locali, italiani e migranti a ribadire che non c'è spazio per gli esaltatori della Le Pen e di una società senza migranti e solidarietà

Quanto poi alle accuse di Ronin secondo cui i contestatori sarebbero asserviti al capitale, ricordiamo che il fascismo è andato al potere con i soldi degli agrari e degli industriali e sempre i fascisti negli anni sessanta e settanta aggredivano i picchetti operai e le università occupate dagli studenti come oggi se la prendono con centri sociali e comunità migranti
E come allora, oggi, nessuna tregua per la xenofobia e il razzismo, per gli esaltatori di Salo'



Gli antifascisti